Is there anybody out there?

C’è qualcuno là fuori?

Fumi, fuochi d’artificio, valanghe di musica, terremoti sonori e animati, lucciole: film contro tutte le guerre e la follia della violenza umana 

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Il muro di Roger Waters è un simbolo a più di strati, lo sbucci come una cipolla e dalla follia sanguinaria delle guerre arrivi al muro di Berlino, alle istituzioni repressive fino alle più riposte barriere interiori che riusciamo a creare tra noi e gli altri, tra noi e il mondo esterno. 

Il film “Roger Waters – The Wall” è la resa cinematografica del colossale allestimento che l’ex Pink Floyd ha portato in giro per il mondo in questi anni: un concerto mirabolante, mozzafiato, inframmezzato di nuove scene con Waters che va a ripercorrere la sua grande ossessione, i luoghi dove è scomparso il padre, militare inglese nella Seconda guerra mondiale, ucciso dai tedeschi nella battaglia di Anzio.

E proprio durante la Seconda Guerra Mondiale, quando le forze armate americane attaccarono il Giappone, è ambientato La tomba delle lucciole (Hotaru no Haka), uscito nel 1988, tra i film più importanti, intensi e commoventi dello Studio Ghibli.

Tratto dal romanzo autobiografico di Nosaka Akiyuki, racconta gli ultimi anni del conflitto vissuti dai civili giapponesi. I protagonisti Seita, 14 anni, e la sorellina Setsuko, di soli 4, rimangono orfani in seguito ai bombardamenti americani. Per ricostruire una parvenza di famiglia e normalità, Seita farà scelte radicali tra malattie, stenti e sofferenze. I due bambini si trovano a vagare soli in un paese ridotto in cenere. Il regista Takahata Isao realizza così l’opera più tragica dell’epopea dello Studio, se non del cinema di animazione nel suo complesso. 

 “Non importa chi tu sia, uomo, donna, vecchio o fanciullo, operaio o studente, o commerciante, se ti chiedono qual è la cosa più importante per l’umanità rispondi prima dopo sempre: la pace!

(Li Tien Min)

Tredici anni fa, il 15 febbraio 2003, alla vigilia dell’attacco all’Iraq, più di venti milioni di persone inondarono le piazze di molte città del mondo per dire no alla guerra, no a tutte le guerre. Roma vide la manifestazione più grande, tre milioni di persone. Ancora una volta i governi, compreso quello italiano, non ascoltarono la voce dei cittadini. Per tredici anni abbiamo visto la guerra, il terrorismo, la violenza crescere nel mondo in una spirale senza fine. I cittadini dovrebbero oggi far sentire ancora più forte la voce della pace, e imporre ai governi di rispettare questa volontà. E’ possibile un mondo in cui gli uomini smettano di uccidersi, sta a tutti e ciascuno di noi costruirlo, certo non ci verrà regalato dai mercanti di morte né dalla politica che ne segue gli interessi”. Gino Strada, 15 febbraio 2016

Every gun that is made, every warship launched, every rocket fired, signifies, in the final sense, a theft from those who hunger and are not fed, those who are cold and are not clothed.
 
Ogni arma che costruiamo, ogni nave da guerra che variamo, ogni missile che lanciamo, rappresenta, alla fine, un furto nei confronti di chi ha fame e non è nutrito, di chi ha freddo e non è vestito”.
Dwigth Eisenhower

Amelia (TR)

Sala comunale F. Boccarini

P.zza Augusto Vera, 10

 

Venerdì 4 marzo – ore 21.00

ROGER WATERS – THE WALL

Un film di Roger Waters, Sean Evans

durata 155 min. – USA 2015 – v.o.sott.it.

Difficile darne una definizione univoca. Roger Waters. The Wall è infatti un film-evento il cui racconto si svolge su più livelli: è l’esperienza di uno strepitoso concerto dei Pink Floyd, è un road movie in cui Waters racconta il proprio vissuto e si racconta, e, infine, è una toccante riflessione contro la guerra.

La pellicola poi si conclude con l’intima conversazione fra il protagonista e Nick Mason: i due, per la prima volta dopo lo scioglimento della band, avvenuto nel 1985, risponderanno in una sorta di intervista doppia alle domande dei fan.

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Domenica 6 marzo – ore 17.30

LA TOMBA DELLE LUCCIOLE

Un film di Isao Takahata

 Animazione, durata 90 min. – Giappone 1988

Giappone 1945: Seita, un ragazzo quattordicenne, muore alla stazione di Kobe. Il suo fantasma ripercorrerà tutti gli eventi più drammatici degli ultimi mesi di guerra, fino alla tragica notte della sua scomparsa, notte che, per l’ultima volta, è rischiarata dalle flebili luci delle lucciole.

Uno struggente capolavoro, destinato ad accompagnare a lungo lo spettatore, come un monito tanto crudele quanto prezioso. Emanuele Sacchi (MyMovies)

Perché le lucciole devono morire così presto? Setsuke

NOTE

Ingresso con tessera OV 2016 e sottoscrizione

Graph Roberta Boccacci

locandina the wall_bassa