SPAZI URBANI DI RIGENERAZIONE

Per un Cinema di Quartiere

Com’è cambiata con questa pandemia la nostra relazione con lo spazio che abitiamo, sia questo pubblico o privato?

In quella quotidianità sospesa, in cui i luoghi delle nostre città sono stati invasi per diversi mesi dal silenzio, in una sorta di «detonazione» prolungata e rallentata, riscoprire questi vuoti, fisici, temporali ed emotivi e tentare di dare loro nuovi significati, tracciando possibili trasformazioni, è l’esercizio d’indagine e una possibile parziale terapia proposta da questa nostra idea.

Il nostro percorso vorrebbe dipanarsi in modo libero in arene cinematografiche allestite in luoghi della città da ri-scoprire e rivitalizzare, in quel divagare che la pandemia ci ha costretto a fare nostro per sopravvivere al dramma di una realtà ancora oggi incommensurabile.

Cambiare il punto di vista, rifiutare la frenesia dello spostamento incessante, ci conduce a osservare con nuovi occhi i paesaggi che ci circondano, negli aspetti più nascosti e invisibili, nei momenti più problematici e contraddittori.

Un articolato viaggio cittadino fatto di aperture lente, digressioni, interruzioni, ri-appropriazioni e ri-partenze, composto di una ricca geografia di riferimenti legati all’arte, la musica e il cinema, che permettono di leggere la città attraverso un immaginario scenografico fatto di paesaggi, emozioni e sentimenti.

Insieme ai film, vorremmo dialogare con fotografi e video-artisti, attraverso altrettante sequenze di immagini e narrazioni visive, alcune realizzate durante i lockdown, altre di scatti ancora inediti.

Le fotografie e le immagini, raccolte in una mostra e proiettate prima dei film, ci racconteranno la dimensione sospesa della città, fatta di segni, scorci, particolari, luci e ombre, di uno spazio, urbano e domestico, che cambia e assorbe la vita di chi lo abita e di chi lo legge, dentro e fuori dalla pandemia.

Passo dopo passo, passeggiata dopo passeggiata, film dopo film, lo spazio del “quartiere” e della città, lo spazio pubblico si trasforma – o meglio, ciò che si trasforma, è lo sguardo su questo spazio.

Lo stato di sospensione forzato cui siamo stati sottoposti ci ha permesso di mutare lo sguardo, di generare nuove relazioni con i luoghi e le persone, piccoli semi di possibili nuove pratiche di significazione dello spazio urbano, il nostro spazio.

Un esercizio che vorremmo fare insieme a voi, ancora di più oggi, immersi in una nuova fase di distanziamenti e chiusure, per guardare al futuro con occhi diversi, alla ricerca di spazi plurali e aperti, verso dimensioni urbane sempre più condivise e collettive.

Foto di copertina: un’opera murale che rinnova la facciata del cinema Dante di Mestre. Collettivi giovanili protagonisti di un progetto di rigenerazione urbana.