Ipnosi Annecchino

Apri gli occhi. Devi diventare Caligari. Devi diventare Caligari. Devi diventare Caligari… 

Musica & Cinema: il capolavoro dell’espressionismo tedesco di Robert Wiene Il gabinetto del Dottor Caligari musicato dal vivo dal geniale pianista e compositore Arturo Annecchino

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Una vera e propria festa di cinema e musica con note e immagini che interagiranno tra di loro: le musiche improvvisate di Annecchino esalteranno il clima fortemente visionario che attraversa tutta la pellicola del 1920, peraltro profetico di quelli che saranno, di lì a poco, le tragedie del nazismo e della seconda guerra mondiale.

È impressionante come il capolavoro di Wiene (a quasi un secolo dalla sua nascita!) riesca oggigiorno a mantenere intatta la sua freschezza visiva, per non parlare delle forti ripercussioni e influenze sul cinema odierno.

Caligari, nella sua maestosa importanza cinematografica, scaraventa così lo spettatore in una nuova esperienza visiva ed emozionale. La messa in discussione della realtà è appena cominciata.

“È un eco della svolta copernicana che a opera di Freud sconvolse l’autoconsapevolezza dell’individuo”. Frieda Grafe

“Che mi importa della mia ombra! Mi corra pure dietro! Io – le scapperò via… ma, avevo appena guardato nello specchio, che dovetti gridare, e il mio cuore era sconvolto: bensì in esso non vidi me stesso, ma il ghigno deforme di un demonio.” Friedrich Nietzsche (1844-1900)

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Amelia (TR)

Sala dello Zodiaco di Palazzo Petrignani

Via del Duomo, 3

 

SABATO 27 maggio – ore 21.00

IL GABINETTO DEL DOTTOR CALIGARI

Un film di Robert Wiene

Con Conrad Veidt, Werner Krauss, Friedrich Feher, Lil Dagover

b/n durata 78 min. – Germania 1920

Musica dal vivo: Arturo Annecchino

Restaurato nel 2014 da Murnau Stiftung e Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata
Presentazione a cura di Francesco Patrizi, critico cinematografico

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Caligari è uno dei film capitali dell’intera storia del cinema, per eccellenza il film-incubo, uno dei pochissimi capaci di dare un volto alla paura. Esce nel 1920 ed è il capostipite dell’espressionismo tedesco, ma la sua influenza riverbererà ben oltre quella stagione.

L’oscura storia dell’ipnotista Caligari e del sonnambulo-omicida sottoposto al suo volere è un racconto dell’orrore che prefigura la catastrofe nazista, ma che soprattutto agita i fantasmi dell’inconscio con cui Freud e la psicoanalisi stavano sfidando la cultura europea.

Un ruolo fondamentale, nella longevità del mito-Caligari, gioca la radicale innovazione delle scenografie dipinte, quelle architetture dell’allucinazione che “sembrano vibrare di una straordinaria vita interiore”. (Lotte H. Eisner)

Il gabinetto del dottor Caligari sarà proiettato nella sua versione restaurata (L’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna, nella sua nuova versione di 78 minuti presentata al 64° Festival di Berlino del 2014).

“Bisogna definire semplicemente demoniaco quel comportamento enigmatico verso la realtà, verso quel tutto solido e chiuso che il mondo presenta. L’uomo tedesco è l’uomo demoniaco per eccellenza. Demoniaco sembra veramente l’abisso che non si può colmare, la nostalgia che non si può placare, la sete che non si può estinguere…” Leopold Ziegler (1881-1958)

NOTE

Ingresso con tessera OV 2017 e sottoscrizione

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Arturo Annecchino

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Pianista e compositore romano, nato a Caracas, residente ora nella campagna umbra, è fra i più prolifici ed apprezzati autori di musica per teatro e danza.

Ha collaborato con autorevoli registi e artisti della scena teatrale italiana ed internazionale. Da diversi anni partner artistico di un genio della regia come Peter Stein, Annecchino ha composto le musiche non solo per gli spettacoli del maestro tedesco, ma anche, fra gli altri, per: Alfredo Arias, Susan Sontag, Massimo Castri, Valerio Binasco, Janusz Kica, Giuseppe Patroni Griffi, Jean Claude Berutti, Renè de Ceccatty, Attilio Corsini, Lindsay Kemp, Glauco Mauri, Giorgio Ferrara, Paolo Magelli, Luca Zingaretti e molti ancora.

Autore di opere radiofoniche pluripremiate, ideatore di performance originali dall’elevato impatto emozionale, dedito ad inesauribili sperimentazioni e ricerche, ha con gli album della serie Midnight Piano interpretato per la prima volta personalmente la propria musica.

Di pari passo con la sua entrata in scena come pianista interprete, in questi ultimi anni Annecchino ha trovato nuove soddisfazioni anche nel grande cinema d’autore realizzando le musiche degli ultimi film di Sergio Castellitto.

Per noi ha già musicato dal vivo in eventi altrettanto memorabili: Aurora di Wilhelm Murnau (USA, 1927);  Metropolis, di Fritz Lang del 1927; Lulù di Georg Wilhelm Pabst (Germania 1928).

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Graph: Roberta Boccacci

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[Sono gli anni della Repubblica di Weimar e la prima pellicola di culto della storia del cinema è figlia di un’atmosfera inquieta e mutevole, un mondo dominato dal caos, dalla paura e dalla incomunicabilità, dove le parole sono fraintese e appiccicose come vischio… “Caligari”, con le sue strutture distorte, le forme allungate, le vie labirintiche (stilizzazioni espressionistiche che, è bene ricordarlo, non hanno fini decorativi ma di disagio) e quel senso di angoscia, rimane una delle manifestazioni più affascinanti ed estreme di questo cupo periodo della vita e del cinema tedesco. Una favola nera. Muta. Avanguardia allo stato puro. Un vortice di lucida follia. “Il Gabinetto Del Dottor Caligari” in sei atti riesce a raccontare l’oblio psichico, la geometria emotiva di un paese. La sera del 2 marzo del 1920 il regista tedesco di origini polacche Wiene presenta il suo film a Berlino, fu la prima vera rivoluzione per la settima arte. Un’opera dove l’architettura e la scenografia esprimevano l’animo umano, emanazione della luce e riflesso del buio. Fu sconvolgente. I ricordi si attorcigliano agli eventi: sei anni dopo l’uscita del film, Janowitz, durante una vacanza a Parigi, passò a trovare il Conte Étienne Bonnin de la Bonninière de Beaumont nella sua antica residenza. L’aristocratico, seduto tra i quadri di Picasso e i mobili di Luigi XVI espresse tutta la sua ammirazione per “Caligari” definendolo: “Affascinante e astruso come l’animo tedesco”. Poi aggiunse: “L’animo francese ha parlato oltre un secolo fa, durante la Rivoluzione, e allora voi avete taciuto… ora attendiamo ciò che avete da comunicare a noi e al mondo…”. La Germania comunicò quello che aveva da dire poco tempo dopo, per voce di un solo piccolo uomo, venuto da un abisso profondo come la morte, della quale sarebbe diventato uno dei migliori alleati, e avrebbe fatto piangere il mondo… il suo nome era Adolf Hitler. Chiudi gli occhi.] Fonte: http://www.atmosphereblog.com

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