Sogno, cinema e psiche

Territori di confine tra sogno e realtà, ragione e sentimento, emozione e controllo

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Se è vero che un film è un sogno, il sogno al cinema diventa un sogno del sogno…

Come sogna lo schermo? Quali sono le principali categorie di sogno filmico?

Nella rappresentazione delle sequenze oniriche si possono rilevare degli elementi costanti, quelli che abbiamo evidenziato con i film in programma questa settimana:

– sequenze che cercano di riprodurre i meccanismi messi in luce dalla psicoanalisi (Il posto delle fragole, di I. Bergman);

– sequenze in cui, tramite un montaggio molto veloce, sono presenti una serie di immagini, apparentemente non connesse tra di loro e che assumono significato “in quanto oggetti di una visione onirica” (La donna che visse due volte, di A. Hitchcock);

– sequenze oniriche senza una precisa distinzione tra sogno e realtà e che costituiscono così una narrazione ambigua, attraverso uno “slittamento continuo delle voci narranti e la confusione tra piano oggettivo e quello soggettivo” (Bella di giorno, di L. Buñuel).

Se il mondo è diventato un brutto cinema al quale non crediamo più, un vero cinema non potrebbe contribuire a ridarci delle ragioni per credere nel mondo e nei corpi venuti meno? (Gilles Deleuze)

Amelia (TR)

Sala F. Boccarini – P.zza Augusto Vera, 10

Venerdì 20 marzo – ore 21.00

 Il posto delle fragole

 Un film di Ingmar Bergman

Con Bibi Andersson, Max von Sydow, Ingrid Thulin, Victor Sjöström

 b/n durata 95 min. – Svezia 1957 – v.o. sott. it.

Anziano professore di medicina, Isak Borg si reca da Stoccolma all’Università di Lund al fine di ritirare un premio per il cinquantesimo anniversario della sua carriera di insigne batteriologo.

Il viaggio in macchina, in compagnia della nuora, diventa l’occasione per un ripensamento sulla propria esistenza, un’amara, ma forse salvifica messa a fuoco dei propri fallimenti.

Capolavoro del Bergman anni Cinquanta, Il posto delle fragole è un road movie esistenziale, colmo di spunti, spesso doloroso, brillante da un punto di vista formale come non era stato nessun altro titolo del regista fino ad allora.

Il film ricevette numerosi premi, tra cui l’Orso d’oro al Festival di Berlino, il premio della critica a Venezia, il “National Board of Review” statunitense.

 “Una pietra miliare del cinema, citato, rifatto, imitato, ma mai eguagliato.” Mymovies

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Sabato 21 marzo – ore 21.00

 La donna che visse due volte

 Un film di Alfred Hitchcock

 Con Kim Novak, James Stewart, Tom Helmore, Henry Jones, Barbara Bel Geddes

 durata 128 min. – USA 1958 – v.o. sott. it.

 Sofferente di vertigini dopo un incidente in servizio, John “Scottie” Ferguson lascia la polizia e accetta di lavorare per un vecchio compagno di scuola che gli chiede di sorvegliare la moglie Madeleine che in ricorrenti stati di incoscienza sembra posseduta dallo spirito di Carlotta Valdes, sua bisnonna morta suicida un secolo prima. Ferguson resta affascinato dall’infelice donna e quando è costretto a intervenire per salvarla da un tentativo di suicidio in mare tra i due ha inizio una storia d’amore. Ma una tragedia sta per sconvolgere le vite di entrambi.

Hitchocok trova nella sceneggiatura alcuni dei temi che ricorrono nel suo cinema. Su tutti domina quello del Doppio che nel titolo italiano viene esplicitato, cosa che non avviene in quello originale (“Vertigo”), che fornisce una sintesi perfetta sia della patologia sofferta dal protagonista sia del costante senso di instabilità esistenziale e di horror vacui che il film offre allo spettatore.

Capolavoro assoluto e unanimemente riconosciuto del cinema di Alfred Hitchock il film, che si avvale di una performance perfetta dei protagonisti, si basa su di un romanzo di Boileau e Narcejac scritto con l’intento di piacere al regista al punto da invogliarlo a comprarne i diritti.

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Domenica 22 marzo – ore 20.30

 Bella di giorno

 Un film di Luis Buñuel

 Con Catherine Deneuve, Francisco Rabal, Michel Piccoli, Geneviève Page, Georges Marchal

 durata 120 min. – Francia 1967 – v.o. sott. it.

Presentazione a cura di Francesco Patrizi, critico cinematografico

Una giovane signora borghese, piuttosto frigida con il marito, si mette a frequentare di pomeriggio una casa d’appuntamenti. Diventa campionessa d’erotismo, finché non si risolve a dedicarsi (ma sul serio) al legittimo consorte. Però uno dei suoi amanti non accetta il ravvedimento. Spara al povero marito ignaro riducendolo in fin di vita. La “bella di giorno” si voterà alla cura del poveraccio (e alla castità) per tutta la vita.

Con questo film d’argomento osé (per il ’68), il grande Luis Buñuel a quasi settant’anni conquista un ampio pubblico.

Un mediocre romanzo di Kessel diviene per lui l’occasione per raccontare cinematograficamente una nevrosi con notevole acutezza e sensibilità. Fa ancora oggi testo il suo modo di alternare la realtà e le fantasie della protagonista (uno studio sulla schizofrenia che anche gli specialisti hanno trovato impeccabile).

Per tutti gli eventi: entrata con tessera OV 2015 e sottoscrizione

Locandina artistica a cura di Roberta Boccacci

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