Notti disarmate

Cinema letteratura e antimilitarismo

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Consueto fine settimana all’insegna del grande cinema, questa volta in bilico tra letteratura e antimilitarismo, e che servirà anche ad approfondire la conoscenza del periodo storico legato alla Prima Guerra Mondiale.

L’occasione è data dall’iniziativa della Biblioteca di Amelia che, in collaborazione con la prof.ssa Bianca Maria Pisapia, ha invitato il prof. Ugo Rubeo nella lettura di Addio alle armi di Ernest Miller Hemingway.

La Rassegna, dal titolo Notti disarmate, ha inizio venerdì 15 novembre – ore 21.00 c/o la Sala Boccarini di Amelia, con la proiezione di Orizzonti di gloria (USA 1957), un film di Stanley Kubrick, capolavoro per antonomasia del cinema antimilitarista.

La pellicola, che sarà introdotta per l’occasione dall’attore performer Vanni De Lucia, ritrae con sapiente maestrìa quel che accadde prima, durante e dopo uno di quegli attacchi frontali che si risolsero in veri massacri sul fronte franco-tedesco durante la guerra 1914-18.

È il quarto lungometraggio di Stanley Kubrick, che si misura con scenari di guerra e con quel mondo militare che qui, come in diversi film seguenti, è sottoposto ad una critica talmente severa da suscitare reazioni e prese di distanza.

La storia prende ispirazione da alcuni episodi realmente accaduti all’interno dell’esercito francese durante la prima guerra mondiale. In particolare, sul rapporto tra il settecentesco castello dove gli ufficiali dello Stato Maggiore predispongono sulla carta (sulla scacchiera) le mosse dell’azione, rispondendo alle proprie ambizioni, e il caos del “formicaio” in trincea dove l’azione veramente si svolge.

Il film è tratto da un romanzo di Humphrey Cobb, sceneggiato dal regista con C. Willingham e J. Thompson. Una curiosità: Suzanne Christian, la ragazza che canta con i soldati la struggente canzone finale, diventerà la moglie di Kubrick.

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Sabato 16 novembre doppio appuntamento: alle ore 18.00 c/o la Biblioteca Comunale – Sala “Conti Palladini”, per l’iniziativa Letture in biblioteca (a cura di Biancamaria Pisapia), il prof. Ugo Rubeo commenterà Addio alle armi di Ernest Hemingway.

Il romanzo, parzialmente basato su esperienze personali dello scrittore (che negli ultimi mesi della prima guerra mondiale aveva prestato servizio come conducente di ambulanze nella Croce Rossa Americana, era stato ferito e aveva avuto un rapporto affettivo con una infermiera americana, Agnes von Kurowsky), racconta una storia di amore e di guerra che si svolge in Italia prima, durante e dopo la battaglia di Caporetto.

Questo romanzo non poté essere pubblicato in Italia fino al 1948 perché ritenuto lesivo dell’onore delle Forze Armate dal regime fascista, sia per la descrizione della disfatta di Caporetto, sia per un certo antimilitarismo sottinteso nell’opera.

La traduzione italiana in realtà era stata già scritta clandestinamente nel 1943 da Fernanda Pivano, che per questo motivo fu arrestata a Torino.

Scrivere è presentare le cose nella loro verità. Dire la cosa vera, la successione dei movimenti e dei fatti che producono l’emozione, e che resta valida per un anno e per dieci anni o, se siete stati fortunati e se l’avete espressa con una grande purezza, per sempre…” (Ernest Hemingway).

Ugo Rubeo, è professore ordinario nella Facoltà di Scienze Umanistiche della Sapienza.

Tra i libri pubblicati, Mal d’America. Da mito a realtà (Editori Riuniti, 1987); L’uomo visibile: la poesia afroamericana del novecento (Bulzoni, 1990), Agghiaccianti simmetrie. Dinamiche testuali in The Narrative of A. Gordon Pym, di E. A. Poe (Lozzi & Rossi, 2000), la traduzione e cura de La scena americana, di Henry James (Oscar Mondadori, 2001).

A seguire ci si sposterà c/o la Sala “Flavio Boccarini” per una cena buffet (ore 20.00) e per la proiezione (ore 21.00) di Addio alle armi (USA 1932), un film di Frank Borzage (con Gary Cooper, Helen Hayes, Adolphe Menjou).

Il film è stato scelto perché risulta tra le migliori riduzioni cinematografiche tratte da Hemingway. Anche questo melodramma diretto da Frank Borzage è ambientato sul fronte italo-austriaco nella guerra 1914-18.

Il tenente medico americano Frederick Henry (Gary Cooper), ferito durante la ritirata di Caporetto, s’innamora, ricambiato, dell’infermiera inglese Catherine (Helen Hayes). Dopo che i due hanno trascorso un’estate d’amore in Svizzera, Frederick viene coinvolto nella disastrosa ritirata italiana di Caporetto, riuscendo a ritrovare la donna amata solo quando ormai è troppo tardi: Catherine morirà tra le sue braccia dopo aver perso il bimbo che aspettava.

Il film, che all’epoca venne censurato dal fascismo perché ritenuto disfattista, e che portò Charles Lang all’Oscar per la fotografia, mostra i toni passionali cari a Borzage con una venatura di accenti lirici e romantici.

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 La Rassegna terminerà domenica 17 novembre, alle ore 18.00 (sempre c/o la Sala “Flavio Boccarini”) con la proiezione de La grande guerra, un film di Mario Monicelli (Italia 1959), con Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Bernard Blier, Folco Lulli, Silvana Mangano.

È considerato uno dei migliori film italiani sulla guerra e uno dei capolavori della storia del cinema.

Vincitore del Leone d’oro al Festival del Cinema di Venezia 1959 e nominato all’Oscar quale miglior pellicola straniera, si aggiudicò inoltre tre David di Donatello e due Nastri d’argento. Ottenne un enorme successo anche all’estero, soprattutto in Francia.

In divisa da fanti il romano Oreste Jacovacci e il lombardo Giovanni Busacca vivono da opportunisti un po’ fifoni il conflitto 1914-18. Catturati dagli austriaci, sanno morire con dignità: due grandi istrioni – e alcune sequenze memorabili – in un affresco di complessa, cordiale, furbesca coralità. Sagace equilibrio tra epica e macchiettismo, antiretorica e buoni sentimenti.

 

Tutti i film saranno proiettati in lingua originale con sottotitoli in italiano

 Entrata con tessera e sottoscrizione