La Otra Verdad

Dalla Spagna con tensione: il nuovo thriller ispanico

Quali sono le ragioni della straordinaria espansione del cinema spagnolo degli ultimi anni?

Sembra che la Spagna abbia trovato un nuovo filone, impiegando forze creative e maestranze in uno specifico genere: il thriller, il noir, il poliziesco, molteplici sfumature dello stesso colore e del medesimo genere…

Genere che, tuttavia, è riuscito anche ad elevarsi oltre le convenzioni, perseguendo una qualità invidiabile, dimostrata dal fatto che dal 2010 al 2017, su otto premi Goya assegnati, 5 lo sono stati a film ascrivibili al genere.

Non c’è un Autore che sporadicamente vi si dedica (come l’Alejandro Amenábar di metà anni ’90, quello di Tesis e Apri gli occhi, per intenderci), ma un vero e proprio movimento, una tendenza.

La vendetta di un uomo tranquillo (2016) segna l’esordio alla regia del 36enne Raúl Arévalo, attore molto noto in Spagna, che in Italia abbiamo visto in Ballata dell’odio e dell’amore e ne Gli amanti passeggeri, ma soprattutto in quel La isla minima (già proiettato qui da noi qualche estate fa) di cui era coprotagonista, predecessore evidente del suo debutto dietro la cinepresa: stesso rigore, stessa tensione noir, stesso sguardo rivolto al cinema americano ma anche stesso radicamento nel territorio e nella cultura spagnoli.

C’è anche un altro (illustre) precedente recente, La notte dei girasoli (2006): questi due film segnano una rinascita del genere in Spagna che può essere di esempio e ispirazione in tutta Europa, perché si attiene rigorosamente ai codici internazionali del thriller ma imbeve la narrazione di un’identità locale forte e chiara.

Film in grado di scrutare nodi irrisolti della società presenti e passati, e perfino gli abissi oscuri dell’uomo, liberati tuttavia da tanto manicheismo del cinema d’oltreoceano.

Amelia (TR)

Sala comunale F. Boccarini

P.zza Augusto Vera, 10

Sabato 24 febbraio – ore 21.00

LA VENDETTA DI UN UOMO TRANQUILLO

Un film di Raúl Arévalo

Con Antonio de la Torre, Luis Callejo, Ruth Díaz, Alicia Rubio, Manolo Solo

durata 92 minuti – Spagna, 2016 – v.o.sott.it.

Madrid, agosto 2007. Curro è l’unico di una banda di quattro criminali che viene arrestato per una rapina in una gioielleria. Otto anni più tardi, la sua fidanzata Ana e il loro figlio sono in attesa che lui esca di prigione. José è un uomo chiuso e solitario, che non sembra trovare il suo posto nel mondo. Una mattina di inverno si reca nel bar gestito da Ana e da suo fratello e da quel giorno la sua vita si intreccia con quella degli altri frequentatori abituali del bar, che lo accolgono come uno di loro. In particolar modo, è Ana a vedere nel nuovo arrivato una speranza per la sua penosa esistenza. Scontata la pena, Curro viene rilasciato e nutre la speranza di iniziare una nuova vita con Ana. Tornando a casa, però, Curro trova una donna confusa e insicura e si troverà a dover affrontare un uomo che distruggendo le sue aspettative cambierà tutti i suoi piani.

In questo film è la regia a fare da padrone, impossessandosi di ogni scena senza mai abbandonare un realismo di fondo che ci fa riconoscere, ad esempio, un incidente stradale filmato dall’interno di un’automobile, e che riporta la violenza al suo vero impatto emotivo senza “tarantinizzarla” (nonostante i titoli di testa del film sembrino presi a prestito da Kill Bill).

Quella di Arévalo è una regia intima, sensuale, sempre pertinente all’evoluzione della storia e dei personaggi. Una regia che spia attraverso stipiti e spiragli, o “spara” in primissimo piano i volti nudi degli interpreti, modulando la propria scelta stilistica a seconda delle necessità di ciascuna scena.

Non volevo trattare la violenza in modo estetico come fa Quentin Tarantino: ho voluto unire la ricerca di realismo e la credibilità con il ritmo della spettacolarizzazione, uno stile diretto ed essenziale come nei film di Matteo Garrone, ‘Gomorra’ su tutti, o dei fratelli Dardenne

Raúl Arévalo all’Huffington Post

La vendetta di un uomo tranquillo è stato presentato in anteprima mondiale durante il Festival di Venezia 2016, all’interno della sezione Orizzonti, dove ha consentito a Ruth Diaz di vincere il premio come migliore attrice. Successivamente, e grazie ad altri eventi dedicati al cinema, il conto dei premi conquistati è salito a diciotto. Fra questi spiccano i quattro Goya 2017, gli equivalenti spagnoli degli Oscar: miglior film, regista esordiente, sceneggiatura originale e attore non protagonista.

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Domenica 25 febbraio – ore 18.00

LA NOTTE DEI GIRASOLI

Un film di Jorge Sánchez-Cabezudo

 Con Carmelo Gómez, Judith Diakhate, Mariano Alameda, Celso Bugallo, Manuel Morón

durata 123 min. – Spagna, Francia, Portogallo 2006 – v.o.sott.it.

Pedro ed Esteban sono due speleologi che giungono in una zona montagnosa per indagare sulla scoperta di una cava e per verificarne l’interesse scientifico. Gabi, la ragazza di Esteban, li aspetta ai piedi della montagna. Ma quando gli esperti escono dalla grotta, la trovano in stato di shock…

“Noir solare che affonda i suoi personaggi nello smarrimento e nella perdita di sé”. MyMovies

È stato presentato nelle Giornate degli autori alla Mostra del Cinema di Venezia 2006.

“La notte dei girasoli’ è un’opera densa come il sangue arterioso, divisa in sei capitoli con un protagonista per ognuno, montata senza unità temporale, disperata nella constatazione della banalità e fatalità del male. In una Spagna dove non solo i girasoli sono voltati rispetto alla luce. Questo thriller bruciante e incalzante è una sorta di ‘Gomorra’ iberico senza la camorra come deus ex machina ma con il cuore di tenebra dell’uomo a disegnare una trama ipnotica. Attori semplicemente eccellenti con menzione speciale per Celso Bugallo, vecchio poliziotto incapace di rassegnarsi all’amoralità di questi tempi.” (Francesco Alò, ‘Il Messaggero’, 13 giugno 2008)

Voi credete che sia davvero necessario fare giustizia se nessuno la chiede?

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NOTE

Ingresso con tessera OV 2018 e sottoscrizione
Graph Roberta Boccacci