Sophisticated dinner

 Speciale cinema della crisi

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Iniziativa in collaborazione con Il Granaio, in occasione della Mostra “Famosi per poco, famosi per sempre” – Mostra di fotografie d’epoca, ritratti di personaggi del cinema, della danza, della musica, dello sport, tutti famosi, qualcuno dimenticato (con, tra gli altri, un omaggio particolare a Jean Harlow).

Il Granaio, via della Repubblica 65, Amelia 

https://www.facebook.com/events/862214247221345/

 “Sopravvivere è l’arte del rovesciare l’umiliazione in commedia, che sia sorriso, smorfia o fulminante replica; commedia è fingere”. Paola Cristalli

 

Amelia (TR)

Palazzo Petrignani – Sala dello Zodiaco

Via del Duomo, 3

 

Venerdì 29 aprile – ore 21.00

PRANZO ALLE OTTO

Un film di George Cukor

Con Edmund Lowe, Lionel Barrymore, Lee Tracy, Wallace Beery, Jean Harlow

b/n durata 113 min. – USA 1933 – v.o.sott.it.

Presentazione a cura di Attilio Faroppa Audrino, critico cinematografico

Nonostante il marito (L. Barrymore) sia malato e sull’orlo del fallimento, la moglie snob (B. Burke) di un armatore organizza un pranzo mondano cui sono invitati un’anziana attrice (M. Dressler), un capitano d’industria (W. Beery) con la moglie (J. Harlow), il medico di famiglia (E. Lowe) con signora (K. Morley), un attore al tramonto (J. Barrymore) e una coppia di parenti poveri.

Tratto da una pièce (1932) di Edna Ferber e George S. Kauffman, adattata da Hermann J. Mankiewicz (futuro sceneggiatore di Citizen Kane), Frances Marion e Donald O. Stewart, il film è costituito dai preparativi del pranzo e dalla presentazione dei padroni di casa e dei loro ospiti, ciascuno dei quali è in palese o nascosto rapporto con gli altri.

Sotto apparenze mondane e svagate, la commedia, frutto di un alto professionismo collettivo, ha una durezza e una crudeltà dietro le quali s’intravedono l’inquietudine e l’insicurezza della crisi economica in atto. Tra “veri” signori e nuovi ricchi, nessuno è risparmiato, nemmeno i due rappresentanti del mondo dello spettacolo.

“Pranzo alle otto di George Cukor racconta di infelicità e fallimenti, privati e con espliciti riferimenti alla situazione politica economica e sociale del paese, ponendosi così come la prima grande commedia che racconta gli effetti della depressione. (…)

Rimane ancora oggi la più amara e sconsolata nel raccontare la perdita delle illusioni e la mancata consapevolezza di interi strati sociali. È in scena un’alta borghesia del tutto inconsapevole di quello che sta succedendo, il cui castello dorato è però sul punto di crollare rovinosamente. (…)

Cukor regala un capolavoro in cui perfeziona il suo umorismo amaro, chiaramente venato di dramma, e fornisce il paradigma fondante di tutte le commedie amare dei decenni successivi, nelle quali verranno declinati nel riso, in vario modo, l’infelicità e il disagio dell’esistenza.” (Edoardo Peretti, Mediacritica)

 II dottor Talbot dice che tu sei un estrovertito e io sono un’introvertita.

Una che?

Un’introvertita, ignorante!

Gli arricchiti Jean Harlow e Wallace Beery

 

Stamattina mi sentivo come una ragazzina, e ora guardami: ci ho messo dieci anni per andare dall’Hotel Versailles a Time Square…

Marie Dressler

 

Io ti amo, ti amo quanto posso amare una donna. Ma questo non è più vero amore: ce ne sono stati troppi.

L’attore non più giovane John Barrymore alla sua giovane amante Madge Evans

 

NOTE

Ingresso con tessera OV 2016 e sottoscrizione